Corsica Sud (2007)
Si parte dalla mitica Costa Smeralda ma poi si sconfina attraverso il meraviglioso sud della Corsica, tra natura selvaggia e paesaggi mozzafiato.
- Mappa: tappa 1, tappa 2, tappa 3, tappa 4, tappa 5
- Traccia GPS: non disponibile
- Foto
- Partecipanti: Davide, Enrico, Ivan, Paolo, Pier
- Olbia – Bonifacio (27 aprile)
- Bonifacio – Zonza (28 aprile)
- Zonza – Propriano (29 aprile)
- Propriano – Ajaccio (30 aprile)
- Ajaccio – Porto Torres (1 maggio)
Quest’anno decidiamo di affrontare la Corsica dal lato sud, e per arrivarci transitiamo per la parte settentrionale della Sardegna, la mitica Costa Smeralda. L’arrivo a Olbia (in traghetto da Genova) e’ tranquillo e, dopo una buona colazione, si parte in direzione Santa Teresa di Gallura. Si transita dapprima ad Arzachena e poi non possiamo certo perdere la mitica salita a San Pantaleo, da cui si gode un panorama invidiabile. La sosta nella piazza del paese e’ decisamente rilassante. Si procede poi per Santa Teresa di Gallura, dove ci aspetta il traghetto per Bonifacio. L’entroterra sardo e’ molto suggestivo e, in questa stagione, quasi deserto. Abbiamo anche il tempo di visitare la “tomba dei giganti” suggestivi resti dell’eta’ nuragica. I chilometri percorsi cominciano a non essere pochi e ci si ferma per un buon pranzo. Non potevano certo mancare le seadas come dolce. Si arriva quindi a Santa Teresa di Gallura a pomeriggio inoltrato, ma si decide comunque di traghettare verso Bonifacio. Le bocche di bonifacio sono un passaggio decisamente suggestivo, e l’arrivo a Bonifacio dal mare e’ uno degli spettacoli piu’ eccezionali che ci si possa aspettare: meraviglioso.
Cerchiamo alloggio nella citta’ vecchia, ma non troviamo alcuna sistemazione che ci soddisfi. Saliamo quindi verso la citta’ alta, e troviamo una buona sistemazione poco fuori, all’hotel “A-Trama“; la cena a Bonifacio non e’ particolarmente degna di nota, ma passeggiare per la citta’ arroccata e’ senz’altro suggestivo. Si rientra pero’ abbastanza presto in albergo. Per l’indomani e’ prevista una dura salita…
La colazione dell’albergo e’ a buffet e tutti, tranne Ivan che preferisce dormire un po’ di piu’, si abbuffano a dovere. Serviranno parecchie energie per la tappa cui andiamo incontro. Si lascia Bonifacio attraverso una strada secondaria circondata da una vegetazione selvaggia e suggestiva e si prosegue per Porto Vecchio. Qui si sosta in un’incantevole piazza, e si ripete il classico gesto della colazione posticipata di Ivan, a base di birra e banane. Un rapido tour per Porto Vecchio e poi comincia la temuta salita. L’obiettivo e’ arrivare a L’Ospedale per pranzo. La salita e’ dura, calda e infastidita dalla presenza di mosche. Il gruppo si sfalda e ognuno sale col proprio ritmo, chi rapido (Davide e Pierre), chi lento (Enrico). Si arriva, stremati a L’Ospedale a ora di pranzo inoltrata, ma il paese e’ deserto. Si decide di proseguire, si raggiunge un suggestivo lago, ma i morsi della fame sono ormai il problema principale. Davide e Ivan seguono le indicazioni, attraverso un impervio sterrato, di una locanda, ma, contattati telefonicamente i gestori, si decide che e’ troppo fuori strada. Vinta la tentazione di tornare indietro, il gruppo decide quindi di proseguire per Zonza. La salita ormai e’ finita e si tratta di pedalare in un paesaggio mozzafiato per una ventina di chilometri.
La vista di Zonza in lontananza rida’ morale e entusiasmo al gruppo. Si arriva finalmente in centro paese dove prendiamo alloggio presso l’unico albergo, l’hotel “Incudine“. Ormai sono le 4 del pomeriggio inoltratre e si decide per una robusta merenda a base di charcuterie locale: eccezionale. Si visita il paesello e si pedala un po’ nei dintorni, ma viene sera in fretta e ci si concede la cena presso l’hotel stesso. Il personale e’ di una cortesia estrema e ci sentiamo proprio a nostro agio. Chiediamo quindi dritte per la tappa dell’indomani, ricevendo preziosi suggerimenti. La giornata e’ stata dura e faticosa, e il gruppo prende sonno senza grossi problemi..
Dopo un’abbondante colazione e le ultime indicazioni stradali, lasciamo Zonza e ci addentriamo nel selvaggio e misterioso interno del Sud della Corsica. Le stradine, asfaltate ma strette, sono perfette per essere affrontate in mountain bike, e il leggero saliscendi e’ estremamente piacevole se confrontato con la difficile salita verso L’Ospedale del giorno prima. A fatica riusciamo a trovare la deviazione per Saint Lucie de Tallano, nelle cui vicinanze ci sono i “Bains de Caldane“, una piccola localita’ termale in cui l’acqua, in una vasca naturale, raggiunge i 37 gradi. Immergersi dopo la lunga pedalata da’ una piacevolissima sensazione di rilassamento. A malincuiore lasciamo le terme e, dopo un rapido pranzo, si prosegue per Sartene, un bel borgo arroccato su una collina. Il paese appare particolamente vivace, c’e’ molto traffico e una folla radunata in centro a celebrare una specie di carnevale locale. Il paese forse meriterebbe una visita piu’ attenta, ma il caos e il maltempo che sembra concretizzarsi all’orizzonte ci spinge a lasciare Sartene e raggiungere la meta della terza tappa, ovvero la citta’ di Propriano, affacciata sul mare.
Qui troviamo alloggio presso l’hotel “Loft“, un ex magazzino per il vino e la farina trasformato con inventiva in un albergo moderno e sfavillante. Per fortuna la pioggia minacciosa non arriva e ci divertiamo a passeggiare per il centro di Propriano; un buon aperitivo e poi una cena al rinomato ristorante “Hippocampe“, che pero’ non ci stupisce in modo particolarmente positivo.
La tappa cui andiamo incontro si annuncia panoramica, piuttosto tortuosa, ma priva di alte vette. Partiamo quindi con andatura piuttosto rilassata e lasciamo Propriano godendoci lo stupendo spettacolo del mare illuminato da un bel sole. La colazione non e’ stata abbondantissima, ma abbiamo energie da bruciare. Si propende subito per una deviazione per visitare il centro archeologico di Filitosa. Posto suggestivo, dove Ivan, Davide e Paolo decidono di sostare un po’, mentre Pier con il “lento” Enrico partono presto per la meta finale. L’idea e’ comunque ritrovarsi per pranzo, lungo qualche spiaggia. La strada e’ lunga e tortuosa, ma lo spettacolo eccezionale, merito anche delle perfette condizioni meteo. Faticosamente troviamo un piccolo supermarket aperto e riusciamo a prendere provviste per un pranzo al sacco. Ci fermiamo dalle parti di Verghia, su una bella spiaggia. Qui il gruppo si ricompatta. Dopo un pranzo piu’ che sufficiente, ci si riposa e infine si affrontano le ultime decine di chilometri. Piu’ ci si avvicina ad Ajaccio, piu’ le strade si fanno trafficate e gli ultimi km sono addirittura su una superstrada a tr ecorsie. Un po’ pericoloso, ma arriviamo incolumi e felici.
Troviamo una sistemazione, non elegante ma dignitosa, presso l’albergo “Le Dauphin“, in buona posizione. Di qui partiamo per una visita a piedi per la citta’ che diede i natali a Napoleone. Dopo un buon aperitivo, per la cena ci fermiamo al ristorante “Da Mamma“, in un vicolo molto caratteristico. Si mangia piuttosto bene, e si beve pure. Non fatichiamo ad addormentarci…
L’itinerario della quinta tappa non e’ ancora definito quando si parte da Ajaccio. Ma abbiamo tempo per pensarci, visto che prendiamo il traghetto, di buon mattino, dopo una veloce colazione, con destinazione Porto Torres. Si torna infatti in Sardegna e qui le idee sono molteplici: proseguire verso Stintino e goderci lo stupendo mare sardo e le celebri spiaggie, o pedalare fino alla celebre Valle della Luna, la cui comunita’ hippy ci era stata segnalata dal sempre informato Riccardo.
Il viaggio in traghetto dura circa 4 ore, ma si fa ritardo. Nel frattempo il tempo volge al peggio e si decide di evitare il percorso balneare. L’idea e’ quindi di raggiungere la valle della luna, ma il primo pezzo di strada e’ opportuno farlo in treno, vista la distanza. Il ritardo eccessivo del traghetto compromette i nostri piani. Si perde il treno per un soffio, e si decide allora di provare a raggiungere Sassari. In modo rocambolesco saliamo su un autobus (con bici al seguito) e per le 15.00 siamo a Sassari. Una rapida pedalata verso la stazione, ma il treno ci sfugge ancora per un nonnulla. Ci rassegniamo e decidiamo di rientrare col traghetto a Genova gia’ la sera. Prima ne approfittiamo per visitare Sassari e poi per pedalare in modalita’ rilassata verso Porto Torres. A sera siamo gia’ imbarcati. La nostra ciclo avventura e’ finita anche per quest’anno…
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